domenica 19 settembre 2010

Ceglie Messapica,benvenuti, video dalla memoria

Vi presento solo una parte di un video su Ceglie Messapica(BR),
realizzato presso la locale scuola media .
Il video è stato ideato e realizzato da un docente di arte e immagine,
hanno collaborato per i testi la docente di lettere ed alcuni alunni.
Si nota la cattedrale,il castello,una parte del centro storico.
Buona visione

Canale per vedere altri video:
http://www.youtube.com/user/nicdisan#p/a/u/1/N3F5g7tVTkw

domenica 16 maggio 2010

Brindisi:la cultura protesta.Gli studenti contro la chiusura del corso di laurea in Progettazione e Gestione delle attività culturali


A Brindisi 
(città che si candita Capitale europea della Cultura 2019) 
il sogno di vivere in una città universitaria si sta dissolvendo.

Il rischio di chiusura dei corsi di laurea si sta trasformando a un ritmo allarmante, purtroppo, in realtà. Ad esempio dall’anno prossimo verranno temporaneamente sospese le iscrizioni al Corso di Laurea in Progettazione e Gestione delle Attività Culturali.
La Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Bari ha infatti deliberato una chiusura temporanea in vista di una trasformazione del Corso di Laurea.
La decisione, già di per sé molto grave, potrebbe essere il preludio finanche alla chiusura di altri corsi di laurea a Brindisi.
L’allarme tra gli studenti si sta diffondendo: per questo ci si appella a tutti i cittadini brindisini in maniera forte e univoca perché non è assolutamente ipotizzabile acconsentire alla rinuncia di ciò che faticosamente è stato conquistato in maniera legittima dopo anni di richieste e promesse.
Come non evidenziare gli indubbi vantaggi per la città: dallo sviluppo socio-economico alla valorizzazione delle strutture pubbliche esistenti, fino ad arrivare alla qualificazione delle risorse umane da impiegare nell’apparato logistico-produttivo, e non da ultimo all’incentivazione e alla promozione della crescita culturale di tutta la città?
Infatti, come si può pensare di sostenere la candidatura di Brindisi a “Capitale europea della Cultura 2019” senza la presenza dell’Università a Brindisi e dei corsi di laurea umanistici?
Questo è pertanto un problema che va affrontato da tutti, dalle Istituzioni ai cittadini, dagli studenti ai docenti.
Cosa bisogna fare per cercare di tenere in vita l’università brindisina? Francesco Fistetti, presidente del Corso di Laurea, ha risposto che “sarebbe auspicabile una fondazione in cui riunire gli Atenei di Bari e di Lecce, denominata Fondazione Università di Brindisi, sulla scia di altre esperienze in Italia come la Fondazione Università di Mantova, nella cui offerta formativa confluiscono il Politecnico di Milano, l’Università di Pavia e l’Università di Brescia. 

In questo modo si eviterebbe la chiusura dei corsi presenti a Brindisi e anzi si potenzierebbe l’offerta e la qualità sia dei corsi che dei servizi”.
Gli studenti brindisini, nel frattempo, hanno deciso di organizzare una raccolta firme finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica ed impegnare tutti in un’azione congiunta che scongiuri la chiusura di un corso di laurea che è promettente per tutto il nostro territorio.


Adesso bisogna impegnare il Sindaco di Brindisi On. Domenico Mennitti ed il Consiglio Comunale, il Presidente della Provincia di Brindisi Dott. Massimo Ferrarese con il Consiglio Provinciale, tutti i Sindaci dei Comuni, gli Enti Territoriali.
Individuare nuove forme di comunicazione per far conoscere  il problema a tutta la cittadinanza.





                                                                                       













domenica 18 aprile 2010

Il linguaggio delle masse - spunti su Elias Canetti

..la massa d'improvviso c'è laddove prima non c'era nulla......Nulla si preannunciava..
D'improvviso tutto nereggia di gente…..

-/-

Da diverse settimane che cercavo nella mia biblioteca personale
(scatoloni di libri del periodo studentesco) un volume che avevo letto: Massa e Potere di Elias Canetti.


Invece cosa leggo su un settimanale che esce il Venerdì?


una recensione di un libro di Enzo Rutigliano-Il linguaggio delle masse - sulla sociologia di Elias Canetti.

"...in effetti, non s'era mai visto uno che ,per scandagliare l'alchimia delle masse, partisse da aggregati quali la pioggia,il mare, il vento, i cristalli, le foreste,la sabbia, le messi di grano..."

Mente le manifestazioni di piazza sembrano ormai più spettacolari che realmente conflittuali,andrebbe poi capito fino a che punto le pagine di Canetti reggano il confronto con le nuove masse post-politiche : quelle impalpabili del web………seguitiamo a essere massa anche quando siamo da soli davanti ad uno schermo risponde Enzo Rutigliano nell’articolo.

Spiega Rutigliano: Canetti rovescia due secoli di cultura europea, da Le Bon alla psicologia di S.Freud, la Modernità ha sempre esaltato l’individuo portatore di ordine e razionalità e svalorizzato le masse irrazionali e regressive.
In Canetti la prospettiva si ribalta,la massa , come lui l’aveva sperimentata,è l’unico luogo in cui diventano possibili l’uguaglianza e forse l’umanità stessa .

Per Canetti il vero soggetto non è il singolo ma la specie.


Fondendosi nella massa ,l’individuo non è alienato, ma si spossessa felicemente di sé.


Perchè dentro la mischia può cancellare la più ancestrale delle paure, quella che crea tra gli uomini le distanze nelle quali alligna il Potere: la paura di essere toccati.

La massa è un’entità basculante:al suo interno racchiude anche i germi della propria perdizione, d’altronde scrive Rutigliano,<<la parola massa deriva dal greco maza, che significa pasta, materiale plasmabile dall’esterno>>.
-/-
Da questi spunti, mi vengono in mente gli “aggregatori”, le reti sociali
(socialnetwork), il google blog con la massa di informazioni dal basso che provengono dalla rete.




Per chi vuole approfondire:

http://it.wikipedia.org/wiki/Elias_Canetti

Massa e potere- Elias Canetti- Biblioteca Adelphi;

Il linguaggio delle masse-Sulla sociologia di Elias Canetti-a cura di Enzo Rutigliano,Dedalo Edizioni:

http://books.google.it/books?id=m1PKB7y4WeIC&printsec=frontcover&dq=enzo+rutigliano&source=bl&ots=SXW_xtGwlf&sig=gPUNQkvCzB7LwDObIl3lNWum_sg&hl=it&ei=PHTLS77sJ9SnOL7U8ZoG&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=9&ved=0CB0Q6AEwCA#v=onepage&q&f=false

Cosa sono gli aggregatori:
http://www.google.it/#hl=it&source=hp&q=cosa+sono+gli+aggregatori&meta=&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai=&fp=f9ee99d0c6e267ef
Google Blog:
http://blogsearch.google.it/?hl=it&tab=wb

Rete sociale:
http://it.wikipedia.org/wiki/Rete_sociale









giovedì 1 aprile 2010

VOCE

Solo una considerazione :
ieri, le masse furono affascinate dal "linguaggio",
oggi dall'immagine,
domani dalle "informazioni"?

* * *

Carmelo Bene

..."È ora di cominciare a capire, a prendere confidenza con le parole. Non dico con la Parola, non col Verbo, ma con le parole; invece il linguaggio vi fotte. Vi trafora. Vi trapassa e voi non ve ne accorgete"...

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La macchina attoriale è la conseguenza del grande attore che si è svestito delle umane capacità espressive corporee (vocalità, espressione del viso, gestualità, ecc...), per indossare una veste amplificata sia sonora che visiva. Quest'ultima sempre vincolata e soggiacente alla phoné comunque. Prima di tutto è importante l'amplificazione della voce, che permette all'attore di ricondurre l'emissione sonora al proprio interno. La voce della così detta macchina attoriale non è una mera e semplice amplificazione ma è un'estensione del ventaglio timbrico e tonale, che, in questo caso, diventa un sistema unico e inscindibile, che ingloba corde vocali, cavità orale, contrazioni diaframmatiche, equalizzazione, amplificazione, ecc... La macchina attoriale è una fusione tra macchina e attore;..



La phoné
....Il fatto paradossale è che il suo teatro così antipopolare, e incomprensibile abbia avuto infine, in modo prodigioso, un successo di vasta portata popolare, a dispetto delle sue premesse. Questo equivoco lo spiega lo stesso Bene, dicendo che il linguaggio del Grande Teatro, incomprensibile per definizione, è comprensibile tout court su un piano d'ascolto diverso, essendo tutto affidato ai significanti e non al senso o al significato. Quindi, come succede per la musica, il Grande Teatro è fruibile, comprensibile anche da persone che parlano lingue diverse, come per esempio esquimesi, o cinesi, poiché la babele linguistica viene risolta tutta nella phoné, e non nel senso. La phoné espressamente viene definita da Bene come rumore, che comprende anche la musica e il dire.



martedì 23 marzo 2010

www.raiperunanotte.it

Non basta scrivere e manifestare.
Oggi tutti scriviamo,manifestiamo,informiamo con il nostro piccolo mezzo.
Miliardi di informazioni vagano e si disperdono.
Il grande schermo ne cattura o ne "seleziona" solo alcune e diventano "dominanti".
Perchè non sommiamo tutti insieme con i nostri piccoli mezzi le nostre "informazioni".
Noi siamo maggioranza.

Un grande conduttore giornalista, in diretta e fuori dagli schemi il 25 marzo ore 21,Bologna,





Volantino invito qui


Intervista a Roberto Benigni su questo argomento







buona visione nic_di


lunedì 22 marzo 2010

Ceglie Messapica e Pietro Gatti,una città da sognare


Un sogno


Ve lo descrivo in lingua originale ed italiano "attraverso uno stato d'animo" di una poesia di Pietro Gatti:
-*-
Quide suenne! metute a lla perdute
quanne u sole: na ròzzele de lusce
granna granne frevveve ind'a nnu ciele
de fueche.
Po nu manucchje sott'ô calaprisce:
stennute a 'n derre me ppuggiave a cape
sobbe, pe jate suenne a uecchje apierte
a lluenghe.
Mu tott'a pezze aggire: na respiche.
I ppetre i spine i ll'òssere me dòlene
gghjecanne i qquessa mane ca me trèmele
credenne ca sté strenge nu tresore
na spiche.
Speriame cré. Ma pure nu graniedde.
Spergiute sott'â chjofe. Jind'ò core.
A sccange: quatte zzèppere d'ariene.
Nu fiore.
Nu fioru sule. M'accundende. O pure,
megghje assé: ci me jénghje le do pase
cu 'ngunu piungiedde de papaggne.
Pe ddorme.
Na negghje senza trièmele de suenne.
A 'm basce.
(da “L'immaginazione”, Lecce, nn.64/66, 1989)



-*-
Quei sogni! mietuti perdutamente / quando il sole: una girandola di luce / immensa ferveva in un cielo / di fuoco. // Poi un covone sotto il perastro: /
disteso per terra mi poggiavo il capo / sopra, per altri sogni ad occhi aperti / a lungo. // Ora tutto l'appezzamento mi giro: una spigolatura. / E sassi e
spini e le ossa mi dolgono // piegandomi e questa mano che mi trema / credendo che stia stringendo un tesoro / una spiga. / Speriamo domani. Ma pure
un granello. / Perduto sotto la zolla. Dentro il cuore. / In cambio: quattro steli d'origano. / Un fiore. // Un fiore solo. M'accontento. / Oppure, / meglio
assai: se mi
empio le due tasche / con qualche pugnello di papavero. / Per dormire. // Una nebbia senza tremiti di sogni. // In pace.

(Traduzione dell'Autore)










(tasto dx -> Apri Link in un'altra scheda)







ritratto del poeta
Vita:



Ha lavorato presso il suo Comune in qualità di vice segretario generale.
Ha pubblicato Nu vecchie diarie d'amore [Un vecchio diario d'amore], Ceglie M., La Messapica, 1973;
A terra meje [La terra mia], Fasano, Schena, 1976; Memorie d'ajiere i dde josce [Memorie di ieri e di oggi], Cavallino di Lecce,Capone, 1982; Nguna vita [Qualche vita], Fasano, Schena, 1984.
Critica: M. D'Elia, La poesia dialettale di Pietro Gatti, Galatina,Congedo, 1973; F. Lala in “Studi Salentini”, XLIX-L,
1976; G. Custodero, “Controcronache di Puglia”, 15 marzo 1977; R. Nigro, “Quaderni del Gruppo Interventi Culturali”,
luglio 1977; D. Valli, “L'Albero”, 57, 1977; M. Marti in Studi in onore di R. Spongano, Bologna 1980;
Id. in La letteratura dialettale in Italia, a cura di P. Mazzamuto, Palermo 1984.

.."Non si conosce autore pugliese più radicalmente legato al richiamo orfico della natura. Gatti ha intrapreso da sempre un suo personalissimo e sofferto viaggio nelle viscere del suo spirito, che si identifica interamente con la sua terra: quella di Ceglie intitolata al popolo molto antico dei Messapi, e che pur parte del Salento è, con le sue coloriture sannitiche, un'isola linguistica.
Con questo dialetto Gatti ha costruito il suo mondo espressivo, cioè dare voce,attraverso la discesa agli inferi,all'inconscio,
all'indicibile, al sorprendente, alle forme ancora non formate.
Lungi dall'essere nostalgia o culto del passato,la poesia di gatti ha voluto significare, tramite il paesaggio naturale,la difesa dell'interiorità e della psichicità contro l'alienazione della realtà.
Il ritorno alle origini, insomma, è stato la salvezza della propria autenticità e il riconoscimento e il salvataggio diuna civiltà,
sia nei suoi aspetti materiali che in quelli magico-spirituali."..


Per chi vuole approfondire: 1 2 3

grazie per la visione nic_di




domenica 21 marzo 2010

Il sangue è randagio

Ieri,mi hanno regalato il libro di uno dei miei scrittori preferiti,sono circa 800 pagine.
Personalmente sono un appasionato lettore di James Ellroy, i suoi libri li ho letti tutti.
Questo mi mancava!, ringrazio tanto  mia moglie per il bel regalo.

"Estate del '68. Dopo gli omicidi di Martin Luther King e Robert Kennedy, gli Stati Uniti sembrano sul punto di esplodere. Disordini, speculazioni politiche e teorie del complotto scuotono dalle fondamenta la stabilità sociale. Le organizzazioni di militanti afroamericani sono sul piede di guerra nel southside di Los Angeles. J. Edgar Hoover, capo dell'FBI, prepara drastiche contromisure. E il destino ha piazzato tre uomini in un punto nevralgico della Storia. Dwight Holly uomo di fiducia di Hoover, è incaricato di fomentare contrasti fra i gruppi del potere nero e ossessionato dalla figura di una comunista ebrea di nome Joan Rosen Klein. Wayne Tedrow, ex poliziotto e trafficante occasionale di droghe, lavora per il miliardario Howard Hawks alla costruzione di una rete di case da gioco nella Repubblica Dominicana. Don Crutchfield, guardone e investigatore privato di mezza tacca, coinvolto in cose più grandi di lui. E al centro, il fulcro attorno a cui tutto ruota: Joan Rosen Klein, la Dea Rossa, autentica femme fatale. Ellroy attraversa un periodo infuocato della storia americana mescolando la crudezza di eventi realmente accaduti alle vicende di personaggi le cui esistenze sono la sintesi di un'epoca di corruzione e malaffare. Terza tappa del viaggio cominciato con "American Tabloid" e proseguito con "Sei pezzi da mille", è un noir magnetico, l'aspro ritratto di un mondo che ha perduto le linee di confine tra bene e male, giusto e ingiusto, dove nessuno può reclamare redenzione."

Quì si può sfogliare il primo capitolo

Buona lettura
nic_di









giovedì 18 marzo 2010

IL Supplente

Dimenticavo, ieri ho visto un "corto" molto interessante "Il supplente"di Andrea Jublin.
Studenti, insegnanti,famiglie ed autorità dovrebbero conoscere.

Dura circa un minuto (1e2 parte).
Buona visione.
nic_di




Primo post

Massadigitale,perchè oggi gli utenti di internet sono milioni di persone che navigano e comunicano.
Masse che prendono forma e si scompongono attraverso la rete.
Vi è molta attenzione verso chi ne fruisce,per capirne i gusti,i desideri,i percorsi, al fine di anticiparne o condizionarne le scelte.
nic_di