giovedì 1 aprile 2010

VOCE

Solo una considerazione :
ieri, le masse furono affascinate dal "linguaggio",
oggi dall'immagine,
domani dalle "informazioni"?

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Carmelo Bene

..."È ora di cominciare a capire, a prendere confidenza con le parole. Non dico con la Parola, non col Verbo, ma con le parole; invece il linguaggio vi fotte. Vi trafora. Vi trapassa e voi non ve ne accorgete"...

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La macchina attoriale è la conseguenza del grande attore che si è svestito delle umane capacità espressive corporee (vocalità, espressione del viso, gestualità, ecc...), per indossare una veste amplificata sia sonora che visiva. Quest'ultima sempre vincolata e soggiacente alla phoné comunque. Prima di tutto è importante l'amplificazione della voce, che permette all'attore di ricondurre l'emissione sonora al proprio interno. La voce della così detta macchina attoriale non è una mera e semplice amplificazione ma è un'estensione del ventaglio timbrico e tonale, che, in questo caso, diventa un sistema unico e inscindibile, che ingloba corde vocali, cavità orale, contrazioni diaframmatiche, equalizzazione, amplificazione, ecc... La macchina attoriale è una fusione tra macchina e attore;..



La phoné
....Il fatto paradossale è che il suo teatro così antipopolare, e incomprensibile abbia avuto infine, in modo prodigioso, un successo di vasta portata popolare, a dispetto delle sue premesse. Questo equivoco lo spiega lo stesso Bene, dicendo che il linguaggio del Grande Teatro, incomprensibile per definizione, è comprensibile tout court su un piano d'ascolto diverso, essendo tutto affidato ai significanti e non al senso o al significato. Quindi, come succede per la musica, il Grande Teatro è fruibile, comprensibile anche da persone che parlano lingue diverse, come per esempio esquimesi, o cinesi, poiché la babele linguistica viene risolta tutta nella phoné, e non nel senso. La phoné espressamente viene definita da Bene come rumore, che comprende anche la musica e il dire.



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